L’avventura “Reporter della biodiversità” si è svolta in uno scenario privilegiato: la Val di Sole, una valle alpina del Trentino Nord-occidentale percorsa in lungo dalle acque del Fiume Noce. L’origine del nome di questa Valle è avvolta ancora dal mistero, qualcuno fa risalire il nome alla morfologia della valle che si estende da est a ovest, ma altri la collegano al nome della dea dell’acqua “Sulis”, vista la ricchezza di risorse idriche che la distingue. La valle, lunga quasi 55 chilometri, si estende su circa 600 kmq di rocce, pascoli, campi, prati, boschi e paesi. La sua morfologia non ha permesso lo sviluppo di paesi popolosi e se a fine ‘800 gli abitanti erano circa 22.000, oggi sono circa 15.000 suddivisi in 13 comuni.
Rete di riserve Alto Noce
Nel 2015, 12 comuni della Valle (Vermiglio, Peio, Ossana, Pellizzano, Mezzana, Commezzadura, Dimaro, Monclassico, Croviana, Malè, Rabbi, Caldes e Cavizzana) si riuniscono sotto il nome di “Rete di riserve alto Noce”. Ma cos’è esattamente una Rete di Riserve, e a cosa serve?
Rete di Riserve è il nome che la Provincia di Trento ha dato a una modalità di gestione delle aree protette presenti su un determinato territorio. A parte Parchi e riserve infatti esistono molte altre aree protette chiamate Zone speciali di conservazione o zone a protezione speciale. Queste aree sono state identificate secondo criteri dettati dalla normativa europea e finalizzati alla protezione di habitat o specie particolarmente fragili o importanti dal punto di vista ecologico. Attraverso la Rete di riserve, i comuni della valle si uniscono per partecipare alla tutela e gestione di queste aree e le relative specie protette, elaborando insieme un Piano di gestione che ha lo scopo di proteggere il patrimonio naturale del territorio e promuoverne lo sviluppo sostenibile. Una Rete di riserve quindi non è un Parco o un’area protetta, ma il nome dato a un “accordo” fra comuni e provincia che delega la gestione del territorio e le sue risorse ai rappresentanti del territorio stesso.
Biodiversità in Val di Sole
L’acqua è un elemento caratterizzante della biodiversità in Val di Sole. L’estesa rete idrica composta da numerosi torrenti, laghi, canali irrigui, rogge e lec, insieme a straordinarie condizioni geologiche, favoriscono la presenza di numerose e differenti specie vegetali e animali. Le acque del fiume Noce portano a valle il racconto del regno di quota, delle sue nevi, dei suoi abitanti e di una storia cominciata milioni di anni fa, incisa nelle pietre, nei loro colori, nelle forme delle montagne e delle valli, nella vegetazione, negli animali e negli abitati.
L’ eccezionalità geologica di questa Valle è testimoniata dai tre gruppi montuosi, contigui ma ben diversi tra loro, che la circondano:
- Dolomiti di Brenta: le rocce sedimentarie ricche di fossili dove sgorga il torrente Meledrio
- Presanella-Adamello: le rocce granitiche che danno origine al torrente Vermigliana
- Ortles-Cevedale: le rocce metamorfiche, ricche di mineralizzazione, che ospitano le sorgenti del Noce.
Aree protette in Val di Sole
Grazie a una situazione morfologica e geologica di particolare rarità, al giorno d’oggi possiamo contare sul fatto che circa il 47 % del territorio della Val di Sole è protetto e gran parte di questo patrimonio fa parte della rete europea Natura 2000. In Val di Sole puoi infatti visitare:
– Il Parco Nazionale dello Stelvio
– Il Parco Naturale Adamello Brenta
– La Rete di Riserve Alto Noce con
- ZSC Torbiera del Tonale – le torbiere caratterizzano l’intero valico del Tonale. Le due aree meglio conservate sono inserite nella rete Natura 2000 e una di queste è servita da un percorso naturalistico e un centro visitatori. Potrai scoprire tronchi di 10 mila anni fa e buche delle bombe ora diventate rifugi di biodiversità.
- ZSC Ontaneta di Croviana – Rio Plaucesa – si estende per 28 ettari tra le stazioni della Trento-Malè di Croviana e di Monclassico ed è servita dalla pista ciclabile della Val di Sole. Offre riparo a molte specie floristiche e faunistiche, soprattutto insetti e uccelli e al contempo offre un servizio gratuito fitodepurazione delle acque.
- ZSC Arnago Prati Aridi di Arnago – sono habitat detti “seminaturali ”perchè sono il simbolo della relazione positiva tra l’azione dell’uomo e la biodiversità. Infatti questi habitat e la flora steppica che ospitano possono mantenersi solo grazie agli sfalci fatti dall’uomo. L’abbandono delle attività tradizionali è infatti il principale pericolo per la scomparsa della flora collegata a questi habitat.
Simbolo di biodiversità
La mascotte della Rete di Riserve alto Noce è un piccolo pesciolino d’acqua dolce dall’aspetto e dal nome inconfondibili: lo scazzone (Cottus gobio). Questo abitante dei fiumi ha alcune speciali caratteristiche che lo rendono non solo importante per l’intera vita del fiume, ma fondamentale per comunicare a noi lo stato di salute dei corsi d’acqua. È, infatti, una specie particolarmente sensibile alle più piccole alterazioni della qualità dell’acqua degli ambienti fluviali dove vive e perciò è considerato un ottimo indicatore biologico, ovvero un organismo la cui presenza testimonia della buona qualità dei corsi d’acqua. Operare al fine di garantire la presenza dello scazzone in un determinato ambiente acquatico, significa quindi tentare di garantire le condizioni necessarie alla vita di una ricca e diversificata fauna acquatica, della quale lo scazzone è l’elemento più sensibile alle variazioni, una sorta di ‘termometro’ della qualità ambientale. Se lo scazzone prospera, prosperano con lui moltissime altre forme di vita, dagli insetti ad altre specie di vertebrati.
Laura Marinelli – Rete di Riserve Alto Noce
[estratto dal libretto informativo sulla Biodiversità creato dagli studenti del Centro di Formazione Professionale Enaip Alberghiero e Ristorazione di Ossana con l’aiuto di esperti della comunicazione e del fotoreportage. Stampa prevista per dicembre 2017 grazie al progetto finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento – Assessorato Infrastrutture e ambiente e al contributo della Rete di Riserve Alto Noce]